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Il volume raccoglie i reportages del Rotti giornalista scritti in occasione dei viaggi che egli fece nel corso degli anni Venti come inviato speciale per alcuni tra i maggiori quotidiani tedeschi. L'autore approfondisce l'universo multiforme dell'Europa orientale: la Galizia, sua terra natale, l'Ucraina, la Polonia, la Bosnia e la Serbia. Questi resoconti sono appassionanti testimonianze di un mondo ormai scomparso, che offre ancora oggi spunti di grande attualità. Centrale è il crollo della monarchia austroungarica con le sue conseguenze politiche, linguistiche e di appartenenza ad un solo grande popolo. Con il suo inconfondibile stile e la capacità di descrivere in profondità persone e cose, Roth restituisce al lettore le diverse realtà sociali e politiche, l'opposizione tra città e campagna, la pluralità delle minoranze linguistiche ed etniche, mostrando al tempo stesso come egli, diventato 'apolide', uno "Heimatlos", abbia l'occasione, viaggiando, di prendere nuovamente coscienza delle sue radici ed origini. E così nel rappresentare la Galizia come un paesaggio devastato dalla guerra, egli lo trasforma in un emozionale spazio della memoria, riscoprendo l'essenza degli ebrei orientali e ponendo l'accento sui valori umani e culturali di questa parte d'Europa.